Dallo smartworking alla “Virtual Medical Reality”

Efficienza delle giornate lavorative, diminuzione dei costi, riduzione del pendolarismo e maggiore motivazione dei dipendenti sono solo alcuni aspetti positivi legati al mondo dello smartworking.
Utilizzare le tecnologie per ottimizzare relazioni e processi nell’ambiente di lavoro, ha portato a una sempre maggiore attenzione verso realtà aumentata e realtà virtuale, strumenti capaci di ottimizzare i processi formativi e collaborativi. Tra le nuove soluzioni legate al miglioramento del workplace, c’è quella degli uffici virtuali. Degli ambienti digitali dove è possibile incontrarsi mediante il proprio avatar e collaborare attraverso strumenti di collaborazione immersiva.
Queste tecnologie aprono le porte a un universo sterminato destinato a modificare per sempre l’esperienza di lavoro, in molti campi differenti.

Le nuove frontiere della medicina

L’utilizzo della realtà virtuale nel settore medico è stato introdotto a partire dagli anni ’90, ma solo con l’avanzare della tecnologia le sue possibilità di applicazione sono diventate davvero convenienti.
Oggi è un metodo molto efficace per minimizzare gli errori diagnostici e aiutare i chirurghi nella fase di apprendimento. I risultati registrati riguardo all’uso della realtà virtuale per la formazione in campo medico sono promettenti. Lavorare con simulazioni di casi reali aumenta infatti la familiarità dei medici con le condizioni del paziente, senza la necessità di entrarne in contatto.
Non si tratta di un sostituto della pratica medica, ma di un supporto capace di ridurre in modo significativo i costi e le tempistiche della formazione.

Virtual Medical Reality

Con il progresso della materia e le continue innovazioni, i medici si trovano a dover padroneggiare una grande quantità di informazioni, molte più rispetto al passato e in tempi sempre più ristretti. La questione che si pone non è come memorizzare o accedere alle informazioni, ma come utilizzarle, valutarle e applicarle alla cura del paziente. In poche parole, la pratica.
Ci vuole molto tempo prima di poter accedere a una sala chirurgica. La simulazione virtuale permette di replicare la realtà, anticipando la pratica vera e propria e fornendo un immediato feedback e relativi debriefing sulle prestazioni effettuate. I risultati sono immediati e duraturi.

Limiti di oggi e sfide di domani

Le applicazioni della realtà virtuale in campo medico sono molto ampie e ancora largamente inesplorate. Recentemente, ad esempio, un team di ricercatori del Politecnico di Milano ha dimostrato per la prima volta che è possibile usare un visore di realtà virtuale, senza ulteriori periferiche o strumenti indossabili, per misurare respiro e frequenza cardiaca, generando di fatto un bio-feedback delle reazioni del soggetto senza la necessità di ulteriore strumentazione né di trovarsi in laboratorio.
I margini di miglioramento sono ampi e non ancora immaginabili, ma l’efficacia, la precisione e la convenienza economica dell’applicazione di queste tecnologie in campo medico non sono messe in dubbio.

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